Materiali

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FAMIGLIA CANOBIO

(a cura di S. Monferrini)

 

Giovanni
      A1 Antonio (+ante 1524)
            B1 Giovanni Battista (+ ante 1542)
                  C1 Antonio
                        D1 Giuseppe (naturale legittimato)
                  C2 Gerolamo - notizie 1560
                          D1 Giovanni Francesco – notizie 1579, decurione di Novara
                          Sposa Eleonora Tettoni
                          D2 Giovanni Battista – notizie 1579, canonico e arciprete del Duomo 
                          D3 Giovanni Paolo – notizie 1573, alfiere in una comp. fanteria
                          Sposa Angela Cattaneo fu Bertolino
                          D4 Melchiorre – notizie 1601, decurione, capitano in una comp. fanteria
                          Sposa Isabella Tettoni
                                F1 Amico (1588-), giureconsulto, decurione di Novara
                                        G1 Agostino
                                F2 Giovanni Paolo – notizie 1630
                                Sposa Giulia Scarli
                                        G1 Melchiorre (+ante 1649)
                                        G2 Giovanni Paolo – notizie 1649
                         D5 Ottavio – notizie 1573, ucciso a Milano
            B2 Francesco (1504+1556)
            Sposa Tomasina Caccia
                  C1 Giovanni Agostino (+1570), decurione
                  Sposa Maddalena Caccia di Proh del senatore Gio Filippo
                  C2 Amico Amelio (1532+1592), abate
                        D1 Giovanni Agostino (1557+1602), naturale da Angelica De Baldis
           B3 Paolo – notizie 1542
           B4 Giuseppe – notizie 1582
           B5 Gerolamo
                 C1 Giovanni Francesco (naturale) – notizie 1542

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TANTI MONASTERI DI MONACHE E FRATI SI VANNO ALLARGANDO

(a cura di S. Monferrini)

 

 

 

 

Tanti monasteri di monache e frati si vanno allargando di più di quello gli fa di necessità, lamentavano preoccupati i consiglieri della Città di Novara nel gennaio del 1673 (1).
Un grave problema li assillava: alloggiare i soldati e gli ufficiali all’interno dei bastioni di una città che era carente di spazi dopo la trasformazione in piazzaforte.
La distruzione dei sobborghi, operata nella seconda metà del Cinquecento, aveva obbligato i monasteri al di fuori delle mura a trovare posto nella città ed ancora nel 1646 fu demolito il convento delle monache della Maddalena, che dovettero acquistare alcune case nelle parrocchie di Ognissanti e S. Giovanni e Paolo, nell’area oggi occupata dall’Archivio di Stato e dal Liceo artistico (2).

Alla fine del 1672 le monache Convertite erano in trattative con il Capitolo del Duomo per l’acquisto di un palazzo, dove volevano spostarsi, quali per altro hanno habitatione sufficiente anzi eccedente alla loro conditione. Il Consiglio faceva presente come non si trovassero case d’affitto per le persone nobili, quali non habbino case proprie e, a maggior ragione, era quasi impossibile alloggiare militari. I monasteri erano poi avvantaggiati per haver il danaro pronto perché non pagano li carichi reggij, erano cioè esenti dalle tassazioni e quindi disponevano di notevole liquidità. L’esposto del Consiglio ebbe il suo effetto perché alle Convertite non fu permesso di spostarsi (3).

Tre anni più tardi il conte Giuseppe Antonio Caccia, che abitava il palazzo sopracitato, propose al Consiglio di cedergli due case vicine che possedeva nella parrocchia di S. Clemente, divise in appartamenti distinti e con cortili separati, capaci di alloggiare più ufficiali (4). Era anche disposto a fare le riparazioni necessarie a sue spese e a non essere pagato subito, accettando un interesse del 4%. In questo modo avrebbe potuto acquistare lui il palazzo per sua abitazione. Il consiglio decise di effettuare una visita dei locali proposti per vedere se poteva adattarsi allo scopo (5).

Passarono ancora due anni senza che se ne facesse nulla ed il conte Caccia acquistò invece il palazzo della Casalina, attuale Palazzo Natta, desiderando habitarlo per suo uso et sua habitatione (6). Immediatamente invitò la Città, che lo affittava per alloggiarvi il Mastro di Campo, a lasciarlo libero. Il Consiglio si trovò nuovamente ad affrontare il problema della penuria di case avendo a disposizione solo Palazzo Cabrino (la casa del Gabrino), dove già alloggiava il Governatore, e quella di Giuseppe Antonio Langhi, dove abitavano l’altri sigg. Governatori antecessori, unici edifici adatti ad ospitare l’importante carica militare. Qualche anno più tardi risulta che la casa occupata dal Mastro di campo e dal Governatore era quella del principe Trivulzio (7).

Il 1701 vide una nuova richiesta del Consiglio affinchè gli ecclesiastici non acquistassero né occupassero case nella città e fu pubblicato un editto, ripreso ancora nel 1702 (8).

 

1) Archivio di Stato di Novara (ASNo), Comune di Novara, parte antica, 208.
2) Sul convento della Maddalena ed il suo spostamento all’interno delle mura citadine si veda: S. BARTOLI, Il monastero di S. Maria Maddalena fuori le mura, in Novarien 19 (1989), pp. 71-124.
3) Il Monastero delle Convertite era situato nella attuale via C. Cerruti, lato verso via Cavour.
4) Nella zona di via Cattaneo - vicolo Carabinieri.
5) ASNo, Comune di Novara, parte antica, 208.
6) In realtà il conte ebbe il palazzo dal marchese Gerolamo Talenti Fiorenza, proprietario dell’immobile, in enfiteusi perpetua, con un contratto ufficializzato nel 1690. Sulle vicende di Palazzo Natta si veda: A. AIROLDI, S. BORLANDELLI, M.G. PORZIO, Palazzi storici della Provincia di Novara: Palazzo Natta, Novara 2007. 
7) Probabilmente lungo l’attuale via Ferrandi.
8) ASNo, Comune di Novara, parte antica, 213.

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